Pubblichiamo gli articoli inviati a Radio Popolare per la trasmissione "Tre uomini in barca". Un riassunto del viaggio a Maiorca in 5 puntate per 5 post corredati da 5 foto.
Questa è la seconda:
Maiorca è la maggiore delle Isole Baleari e ha uno sviluppo costiero di oltre 400 km.
La maggior parte delle strutture alberghiere si concentrano nel golfo di Palma, dove negli anni sono riusciti a costruire ben 70.000 posti letto. La pianura centrale, invece, è densamente coltivata ed in estate si infuoca sotto il sole africano, scatenando ogni pomeriggio un vento di termica detto “Embat” che raggiunge l’isola a gran velocità da ogni quadrante. A Maiorca si disputano i campionati del mondo di wind-surf, è un’isola rinomata per le forti raffiche di vento oltre che per le notti brave in discoteca.
I magnifici otto hanno scelto di effettuare il periplo dell’isola in senso orario, con tappe giornaliere di circa 20-
25 km, affrontando per prima la costa nord occidentale della Serra de Tramuntana, una lunga cordigliera di oltre
100 km che raggiunge i
1445 metri con il Puig Major. Ci siamo lasciati alle spalle in un paio di giorni i grattacieli di Palma e ci siamo inoltrati lungo la scogliera impervia e strapiombante della Serra, rimanendo ben presto da soli in mezzo al mare. Abbiamo pagaiato in silenzio senza quasi mai incontrare altre barche, abbiamo pescato alla traina quasi tutti i giorni, abbiamo osservato il volo circolare dei falchi sopra la fitta boscaglia di pini marittimi, abbiamo dormito in paesini di pescatori difficili da raggiungere via terra ed abbiamo brindato ogni sera con le hierbas, un liquore di erbe aromatiche che ha reso piacevoli i nostri sonni in riva al mare. Un giorno siamo sbarcati tra le onde ed i bagnanti stupiti sull’unico punto riparato della costa di Banyalbufar: uno scivolo di cemento e travi di legno interamente occupato dagli
llauts maiorchini, le tipiche imbarcazioni in legno dalla vela quadrata. Abbiamo steso i sacchi a pelo tra le barche in secca e ci siamo goduti una notte di stelle cadenti davvero indimenticabile.Un paio di giorni dopo siamo approdati invece a Sa Calobra, dove un torrente raggiunge il mare tra pareti rocciose scavate dall’acqua di una verticalità impressionante e preoccupante. Abbiamo bivaccato sul greto di ciottoli, con un orecchio sempre teso al rumore delle pietre che rotolavano di sotto quando le capre selvatiche si avventurano per quei sentieri inaccessibili. C’erano solo due barche a vela in rada ed il profumo della macchia mediterranea si è fatto molto intenso quando il sole è tramontato sul mare. Dopo la prima settimana di viaggio abbiamo doppiato il famigerato Capo Formentor, giusto nell’ora di punta del rientro dei motoscafi… ma questa è un’altra storia, ve la raccontiamo col prossimo post!
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