Un riassunto del viaggio a Maiorca in 5 puntate per 5 post corredati da 5 foto.
Questa è la terza:
Quando pensi ad una vacanza in kayak da mare, devi pensare anche al vento e alle onde.
Quando poi il viaggio è a Maiorca, l’abbinamento è d’obbligo!
Passare Capo Formentor è stato impegnativo, divertente anche, ma soprattutto faticoso. Movimentato, ecco, la parola giusta: è movimentato! Del resto, se avessimo voluto una vacanza tranquilla non avremmo scelto di farla in kayak!
Dunque, facciamo una sosta per il pranzo in una baia talmente affollata che mangiamo al volo un banana a testa e ci rifugiamo in alto mare.
Ci ripariamo in un’ansa protetta poco prima del capo per fare il punto della situazione. Sergio ritira le lenze, Mariangela ascolta attenta, Beatrice indica i cavalloni bianchi che si intravedono di là dal promontorio. I ragazzi fanno finta di niente. In formazione compatta avanziamo tra le onde, alte, frangenti, continue; molto rumorose, anche, perché il vento spinge il mare contro le scogliere alte e sotto costa è tutto un “sali-scendi”.
Mauro apre il gruppo, è il più esperto e fa strada. Henry gli si fa vicino e piano piano siamo tutti fagocitati nella “lavatrice”! Sembrano le montagne russe, solo che invece del trenino noi siamo in kayak!
Pagaiamo in silenzio, concentrati sulle onde, tanto le parole verrebbero portate via dal vento e neanche urlando riusciremmo a capirci. Sappiamo di dover pagaiare per circa 3 km fino a raggiungere una spiaggia riparata dove sbarcare e montare il campo per la notte. Dobbiamo solo fare attenzione ai frangenti, che non ci prendano alla sprovvista e ci facciano cadere in acqua. Il gruppo di allunga. Henry è più lento e rimane indietro con Mauro, che lo assiste e consiglia. Raffaele e Mariangela procedono a zig-zag, come stessero in barca a vela, almeno non fanno fatica a contrastare le onde più grosse. Gregorio procede sicuro e tranquillo, mentre Beatrice e Sergio lo seguono parlando di ricette. Io faccio un po’ avanti e indietro tra i tre gruppetti per vedere se va tutto bene. Ho un kayak veloce che mi sta dando grandi soddisfazioni!
Sarebbe filato tutto liscio come l’olio se non ci si fossero messi i motoscafi.
Alcuni per curiosità, altri per stupidità, i più per imperizia, in tanti si sono avvicinati troppo alla nostra rotta: le onde provocate dai motori, sommate a quelle gonfiate dal vento, hanno mandato la “lavatrice” sul programma della “centrifuga” e quell’oretta di navigazione si è trasformata in un incubo! Per non parlare della puzza… ma il mare è grande e c’è posto per tutti, solo che sarebbe tanto più bello se i motoscafi se ne andassero in giro un po’ più lontano!
Sbarchiamo comunque sani e salvi, festeggiando con 4 lattine di birra fresca che Henry ha scroccata ad una barca a vela. E’ la sua attività preferita in kayak, abbordare ed urlare con accento impeccabile: “Do you have any beer?!?”
Ci manca adesso tutta la costa meridionale, quella delle 100 cale…