Un riassunto del viaggio a Maiorca in 5 puntate per 5 post corredati da 5 foto.
Questa è la quinta:
Le 100 cale della costa meridionale forse sono anche di più: tante, ravvicinate, incassate nella roccia, piccole e grandi, lunghe e corte, tutte meravigliose come micro-fiordi norvegesi catapultati nel Mediterraneo.
Solo che, per via del mare grosso degli ultimi giorni di viaggio, non riusciamo ad entrare proprio in tutte, anzi un paio di volte lo sbarco tra le onde frangenti dove si divertono i surfisti ci fanno tribolare un po’, per non parlare della posidonia che ci ricopre i kayak come una coperta pesante e maleodorante.
Riportiamo qualche ammaccatura, sia noi che i nostri kayak, ma il morale è sempre alto ed il divertimento assicurato. In un momento di difficoltà, abbiamo dovuto rallentare l’andatura per trainare un kayak per oltre 20 chilometri, ma il gruppo ha fatto quadrato e tutti hanno aiutato il malcapitato: un bel sentimento di solidarietà ci fa avanzare in mare tutti insieme, guardandoci ed ascoltandoci, facendo il possibile per completare uniti quel che uniti abbiamo iniziato. Una bella sfida ed una grande soddisfazione!
Dimentichiamo gli alberghi a 13 piani che qualcuno ha voluto costruire proprio sul mare e ci concentriamo sulle grotte scavate nell’arenaria che si susseguono senza interruzione fino al capo di Punta Salinas: sotto il faro qualcuno più creativo dei palazzinari ha innalzato tantissimi omini di pietra che al tramonto si tingono di rosso-arancio e sembrano salutare la nostra avanzata silenziosa in mare.
Una delle ultime serate trascorre tra fiumi di birra e di hierbas: non riusciamo nemmeno a montare il campo e ci troviamo a cenare tutti insieme sulla poppa di un solo kayak, tutti vicini, accucciati sulla sabbia, stretti intorno ai vasetti di alioli e alle confezioni di olive e acciughe, a rubarci le ultime fette di pane e a litigarci un sorso di gin… insomma, troppi bagordi per dei salutisti sportivi che il giorno dopo devono affrontare ancora una ventina di chilometri in mare per raggiungere Palma… le gambe non rispondono, le braccia non ne vogliono sapere di pagaiare, la testa ciondola pesante e la nausea torna a farsi sentire… però il sorriso si stampa indelebile sulle facce di tutto il gruppo e vorremmo continuare ancora a navigare… ricominciare il giro dell’isola all’incontrario? Non abbiamo tempo sufficiente, purtroppo, ma l’ultimo tratto di costa ci riserva non poche sorprese: tanti pesci pescati, cotti e mangiati nell’arco di poco più di un’ora, scogliere basse che col mare piatto sbarcare è una gioco da ragazzi, sole caldo da estate piena anche se ormai agosto sta volgendo al termine, tante risate ancora e scherzi e chiacchiere allegre!
Chiudiamo il periplo di Maiorca dopo oltre 400 chilometri, 18 giorni consecutivi di navigazione, più di 40 sbarchi in altrettanti punti dell’isola, diverse escursioni a piedi e tanti bagni in acque turchesi e cristalline
!I magnifici otto sono partiti conoscendosi appena e sono diventati grandi amici: e tutto questo grazie ad un viaggio in kayak!