Un riassunto del viaggio a Maiorca in 5 puntate per 5 post corredati da 5 foto.
Questa è la quarta:
Incontriamo invece un’altra amica italiana trapiantata sull’isola da più di dieci anni, Dona, un’emiliana frizzante che salta dall’italiano allo spagnolo senza capire mai bene quale lingua parlare con chi. Anche lei è una canoista e ci viene incontro in mare: incrociare dei kayak sotto costa è una grande emozione! Pranziamo insieme in una delle spiagge più belle dell’isola, Coll Baix, chiacchierando fitto fitto di percorsi, rotte, venti ed attrazioni varie. Ci spiega che al Porto di Alcùdia possiamo fermarci per fare acquisti, ora che abbiamo quasi esaurito le scorte alimentari. Inoltre, per una fortunata e rara coincidenza, possiamo sfruttare il vento che si alza ogni giorno nel primo pomeriggio, la termica che i maiorchini chiamano Embat, per raggiungere la lunga spiaggia di sabbia bianca di Baulò. Speravamo di visitare un sito megalitico lì vicino ma i preparativi per la cena, ora che abbiamo vari manicaretti, ci prendono la mano e per oltre tre ore allestiamo la cucina da campo tra i gigli bianchi delle dune retrostanti. Ci siamo spesso concessi il lusso di pranzare o cenare al ristorante, con paellas, tortillas de batatas e sangria, ma quanto è più divertente mangiare tutti insieme sulla spiaggia mentre cala la notte e le stelle ci avvolgono!!!
Ormai non montiamo più le tende, un po’ perché siamo troppi e daremmo nell’occhio ed un po’ perché fa talmente caldo che il bivacco è l’unico modo per non fare la sauna ogni notte….
Il giorno dopo combattiamo ancora col vento, stavolta contrario, ma raggiungiamo come da programma la bellissima spiaggia a mezza luna di Cala Torta: il chiringuito è ancora aperto e festeggiamo la pesca fortunata della giornata con una sporta di lattine di birra fresca.
Ripartire la mattina non è facile: quando scopriamo piccoli angoli di paradiso come questi, quasi quasi preferiamo fermarci che proseguire. Ma il mare ci chiama! E la spiaggia si riempie presto di bambini urlanti dalle mani troppo lunghe: "Cosa do al piccolo per non fargli rompere la girandola che ho sul kayak?" - "Una sberla?!?", risponde qualcuno del gruppo. Meglio riparare in mare, al largo, lontani dalla folla.
Ci godiamo i colori del mare: la posidonia pulisce l’acqua così bene che diventa trasparente ed i fondali di Maiorca, e di tutte le Isole Baleari, hanno tonalità che nulla hanno da invidiare ai Caraibi. Sempre più spesso ci fermiamo per farci un bagnetto: abbiamo pinne e maschere e scopriamo che il kayak si sposa benissimo con lo snorkeling. Certe volte non c’è neanche bisogno di scendere dal kayak: le acque sono così cristalline che si vede tutto come in un acquario. Lo scopriamo visitando le prime tra le 100 cale della costa meridionale, il tratto lungo il quale pagaiamo per l’ultima delle tre settimane di viaggio...
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